CHI SIAMO   |   Pixelrecuperodati.it è un servizio di
logo Pixel bianco
sistemi RAID

Condividi su

CONSIGLI UTILI

Sistemi RAID: una tecnologia da scoprire.

La tecnologia RAID è molto diffusa e, per questo motivo, è importante capire di cosa si tratta, come si classifica, a seconda della tipologia, e come funziona. I Sistemi RAID hanno, tra i diversi obiettivi, quello della protezione dei dati, ma una perdita è sempre possibile e, dunque, può rendersi necessario un intervento di data recovery RAID.

Data RAID: significato, storia e obiettivi.

Un acronimo curioso che si spiega con una definizione molto semplice, nella quale sono contenuti gli obiettivi, la logica e la composizione.

RAID, definizione e storia in informatica.

Letteralmente, l’acronimo RAID significa Redundant Array of Independent Disks che, tradotto in italiano, suona come “Insieme ridondante di dischi indipendenti”.
Per sistema RAID si intende una tecnica in cui un controller, hardware o software, sia in grado di controllare e gestire le unità di archiviazione, suddividendo i dati in più dischi. Questo consente di aumentare il livello di prestazioni e di sicurezza, migliorando, nel contempo, la tolleranza a possibili guasti.

Breve storia dei sistemi a dischi RAID.

All’inizio, l’acronimo RAID stava per Redundant Array of Inexpensive Disks, dove l’aggettivo inexpensive, poi sostituto con Independent, sottolineava l’economicità dei dischi utilizzati. L’idea dei sistemi RAID è da attribuire a David A. Patterson, Garth A. Gibson e Randy H. Katz. I tre parlano per la prima volta di questa tecnologia in un articolo del 1988, introducendola come la possibilità di combinare una serie di dischi economici per migliorarne le prestazioni in termini di affidabilità, capacità e velocità, rispetto ad un disco di ultima generazione.

Tecnologia RAID: composizione e funzionamento.

I RAID sono genericamente implementati su server e NAS professionali o small business. Anche se ne esistono di implementati su PC casalinghi, questi casi rappresentano l’eccezione.

RAID Disk: i dischi al centro del sistema.

Come dice il nome stesso, la base di un RAID sono i dischi di cui si compone.
Per capire il funzionamento di questa tecnologia, dunque, è importante partire dalla classificazione dei dischi stessi che si dividono in due categorie, proprio perché, se è vero che la definizione originale parlava di dischi economici, il livello di sicurezza e protezione aumenta al crescere del loro costo:

  1. I dischi più economici sono i SATA (Serial Advanced Technology Attachment). Al momento rappresentano la soluzione più diffusa: sono sufficientemente veloci e permettono spazi di archiviazione grandi ad un prezzo relativamente contenuto.
  2. I meno economici:
    • i dischi SCSI (Small Computer System Interface), sono dischi molto veloci ma con basse capacità di memorizzazione. Oggi rappresentano una tecnologia ormai abbandonata perché, di fatto, sostituita dai SAS.
    • i dischi SAS (Serial Attached SCSI), rappresentano la soluzione migliore, in quanto affiancano elevate velocità di trasferimento (fino a 15.000 giri /min) a grandi spazi di archiviazione, in più vantano buone performance in termini di efficienza energetica e di prestazioni costanti.

RAID: come funziona?

I singoli dischi compongono un set, che a sua volta, unito ad altri set va a costituire il sistema RAID che rappresenta un vero disco logico sul server chiamato LUN. Il fulcro del funzionamento di un RAID sta nel partizionamento dei dati in singole sezioni trascritte su dischi differenti. Distribuendo in modo uguale e parallelo il carico di lavoro aumentano le prestazioni del sistema.

Tipi di raid: classificazione e livelli.

Parlando di RAID, si possono menzionare diverse soluzioni: da quelle integrate nella scheda madre a quelle che fanno uso di schede dedicate, fino ad arrivare a server NAS o SAN. In ogni caso, i RAID si possono distinguere in base alla logica usata o al tipo di configurazione.

Mirroring, striping e parità.

Per comprendere la logica con cui lavorano i livelli, occorre capire 3 concetti chiave, alcuni dei quali caratterizzano in modo univoco certi livelli:

  • mirroring dei i dati: consiste nella registrazione dei dati su un disco primario e sulla successiva copia degli stessi su dischi secondari. È la logica utilizzata dal livello 1.
  • Striping: consiste nel dividere i dati in parti uguali per distribuirli su dischi diversi. È tipica del livello 0.
  • Parità o correzione degli errori: offre la certezza che i dati siano copiati correttamente quando vengono trasferiti di unità. Il livello 5 offre proprio questa certezza, così come il 6.

I livelli possono usare una di queste logiche o una loro combinazione, a seconda delle esigenze che intendono soddisfare.

Configurazione e complessità.

I sistemi RAID possono distinguersi in:

  • standard: sono rappresentati dalle composizioni base da 0 a 6;
  • non standard: sono customizzati a partire dalle esigenze del cliente;
  • annidati: sono vere e proprie combinazioni dei livelli base di RAID.

Livelli raid: panoramica, vantaggi e svantaggi livello per livello.

Ecco una panoramica dei RAID più diffusi, ognuno dei quali si basa su una logica di partizione e scrittura diversa in modo da privilegiare la velocità, la capacità o la protezione, in ogni caso.
Inizialmente, i livelli erano solo 5 ma, con il tempo, si sono moltiplicati, aggiungendo soluzioni sempre più complesse e personalizzabili.

Anche se esistono altri livelli, i principali e più rappresentativi sono:

  • RAID 0: i livelli di scrittura sono massimizzati in fatto di qualità, mentre la sicurezza offerta è bassa.
    È il livello RAID più veloce.
  • RAID 1: permette di non perdere dati se uno dei dischi funziona male. Le performance sono soddisfacenti ma la capacità è bassa. È il più affidabile in termini di protezione.
  • RAID 5: il livello più comune, perché offre livelli di sicurezza e prestazioni soddisfacenti. Un ottimo compromesso, insomma!
  • RAID 6: simile al 5 ma con 2 dischi per la parità invece che uno solo.
  • RAID 10: tra le tipologie annidate è la più semplice.
  • RAID 50: richiede almeno 6 dischi.
  • RAID 60: richiede almeno 8 dischi.

Per scegliere la tipologia di RAID migliore, occorrerà anzitutto, sapere quale applicazione gira sul server e poi interrogarsi sulle proprie esigenze. Ogni livello, infatti, offre prestazioni diverse in fatto di:

  • durata della conservazione,
  • livello di ridondanza,
  • protezione dei dati,
  • prestazioni,
  • economicità.

Un disco RAID ed i sistemi che compone sono infallibili?

Per quanto siano considerati sistemi affidabili, i RAID non sono esonerati dalla necessità di fare dei backup e non mettono al sicuro da eventuali perdite di dati accidentali, ma permettono comunque di minimizzare i danni dovuti ad un guasto di uno o più dischi. Per questo motivo, scegliere un RAID non significa mettersi al riparo da ogni rischio di perdita di dati ed un servizio di RAID recovery può, talvolta, rendersi necessario.

A quali ricerche risponde il presente articolo?

Sistema RAID, sistemi RAID, sistema backup RAID, sistema RAID informatica, sistema RAID per mac e pc, sistema di archiviazione sicura RAID, RAID data recovery, recupero dati RAID.